È il risultato di un emendamento derivante da un'iniziativa dell’on. Giulio Marcon (Sel) che dopo un’iniziale bocciatura è stato fatto proprio dal Governo.
Il
testo dell'emendamento prevede “l'organizzazione del contingente
secondo quanto previsto dall'articolo 12 del decreto legislativo 5
aprile 2002, n. 77”, secondo il quale i giovani volontari “possono
essere inviati all'estero anche per brevi periodi nelle forme stabilite
con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con
il Ministro degli Affari Esteri”.
Per la prima
volta in Italia viene prevista quindi una sperimentazione verso una
struttura più volte teorizzata da studiosi e dai movimenti pacifisti e
nonviolenti ma che non aveva mai trovato percorsi di attuazione concreta.
“Finalmente questo voto del Parlamento consente all'Italia di recuperare terreno rispetto al resto dell'Europa nella costruzione della pace tramite l'azione nonviolenta – commenta Martina Pignatti Morano del Tavolo Interventi Civili di Pace
- e raccoglie l'eredità dell'obiezione di coscienza al servizio
militare. In Germania un apposito Servizio Civile di Pace è già stato
istituito dal 1999 e quasi tutti gli altri paesi dell'Unione Europea finanziano interventi di peacebuilding dell'associazionismo e delle chiese tramite fondi della cooperazione”.