giovedì 13 febbraio 2014

Il problema F-35 va risolto cancellando la nostra partecipazione

Ancora una volta documenti ufficiali del Pentagono sottolineano la debolezza del programma F-35: è tempo di dare ascolto alle richieste della nostra campagna. Bene che il Parlamento stia ritornando ad occuparsi del tema con interrogazioni riguardanti lo stato del progetto
(Fonte: Taglia le ali alle armi - 31 gennaio 2014)
Anche se nel 2013 il Governo, ignorando la maggioranza degli italiani e i voti del Parlamento, ha deciso senza battere ciglio di continuare l’acquisto dei caccia F-35 la partita a riguardo di questo programma d’armamento non è finita.
“La nostra mobilitazione non si ferma, ed anzi le ultime notizie tecniche provenienti dagli USA rilanciano la forza della nostra azione”. E’ questa la posizione espressa dalla campagna "Taglia le ali alle armi" che si batte per vedere la cancellazione della partecipazione italiana al programma dei caccia F-35. I motivi di fondo sono quelli che animano la mobilitazione dal 2009: in particolare in periodo di crisi è assolutamente insensato acquistare – con finte motivazioni difensive – dei cacciabombardieri d’attacco a capacità nucleare. Con i miliardi previsti per questo programma di armamento (stima di 14 di solo acquisto e 50 fino al termine compresa manutenzione) altri e più importanti sarebbero gli interventi possibili a vera difesa dei cittadini italiani: investimenti in welfare, sanità, scuola, lavoro.
Anche le ultime informazioni messe nero su bianco dal Report ufficiale DOT&E del Pentagono dimostrano quanto la nostra campagna dice da tempo: il programma Joint Strike Fighter ha più problemi che aspetti positivi e si sta dimostrando una scelta sbagliata e problematica sia per gli Stati Uniti che per il nostro paese. I ritardi nello sviluppo del