lunedì 15 dicembre 2014

Buone notizie per ricominciare....

Marinaleda (Spagna): un utopia concreta



Un posto dove la crisi non esiste, dove tutti possono dimenticare la paura di non poter fare la spesa o dormire sotto un tetto…no non sto sognando, questo posto esiste davvero.
Sono meno di tremila anime, ma è abbastanza per dare l’esempio al resto del mondo, la comunità andalusa di Marinaleda, a poco più di 100 km da Siviglia.
Proprio come molte comunità organizzate si prefiggono, fin dagli anni ’80 la giunta comunale guidata da Juan Manuel Sánchez Gordillo, un importante esponente del Sindacato dei lavoratori agricoli, assicura a Marinaleda un tasso di disoccupazione pari allo 0%.
“Come è possibile tutto questo?” – vi starete chiedendo.
Ebbene, è possibile grazie allo storico Alcalde definito spesso pazzo visionario, ha dato il nome di Utopia a questa politica che nell’arco di un trentennio ha rimesso in piedi i cittadini partendo dall’unica risorsa possibile: la terra.
Il segreto del successo di questa visione è molto semplice, si progredisce animati non dalla competizione, bensì dalla cooperazione: quasi tutti i cittadini sono infatti parte della grande cooperativa agricola “Humar” creata dagli stessi lavoratori che garantisce la piena sussistenza a tutti.
La produzione dei prodotti locali quali peperoni, carciofi, legumi, olio d’oliva si è affermata nel commercio e nella distribuzione spagnola e non solo: si esporta anche all’estero, in Italia e persino in Venezuela.
Altra garanzia di pace è la quota salariale uguale per tutti, qualunque sia la mansione: 47 euro al giorno per sei giorni la settimana.

Inoltre, a Marinaleda basta mettere a disposizione la propria forza lavoro per esercitare il proprio diritto alla casa: nessun mutuo e nessun interesse da versare ad istituti di credito.
Il terreno e il progetto, infatti sono a carico del Municipio, il denaro lo presta a tasso zero il governo andaluso e la quota mensile da versare per l’acquisto la decidono in assemblea gli stessi cittadini autocostruttori. Il tutto con un anticipo di soli 15 euro.
Le questioni sociali vengono da affrontate da mensili Assemblee Generali di ellenica memoria e da Gruppi d’Azione che si prefiggono di risolvere più specifici problemi.
Sono efficienti i servizi ai cittadini tra cui l’asilo pubblico che costa solo 12 euro mensili, una piscina accessibile per tutta l’estate a soli 3 euro e la responsabilità della cura degli spazi comuni quali strade aiuole e giardini è tutta dei cittadini, lieti di rendersi parte attiva di un sogno realizzato.
E’ facile indovinare che in questo sistema praticamente la criminalità NON ESISTE, e di conseguenza non esiste polizia, con un bel risparmio di soldi pubblici disponibili per altri investimenti.
Gli uliveti ed i campi coltivati a perdita d’occhio esprimono tutta l’anima di questo angolo di paradiso ispirato ai principi più alti del socialismo, le vie urbane fanno omaggio a personaggi come Salvador Allende, Che Guevara, oppure veri e propri valori umani: solidarietà, o fraternità, o speranza.
Non a caso il simbolo di Marinaleda è una colomba che vola sul paese ed intorno la scritta: “Marinaleda – Un’utopia verso la pace”.
L’utopia è diventata realtà, almeno a Marinaleda.
Diana Migliano

domenica 30 novembre 2014


 Una rete per Gaza

 
 
Prosegue con successo la Campagna lanciata dalla rete piacentina “Restiamo umani” per raccogliere farmaci da inviare agli ospedali di Gaza, dove la situazione sanitaria, dopo la guerra dell’estate scorsa, rimane sempre gravissima a causa della distruzione della rete idrica e fognaria e di molti ospedali e strutture mediche.

I banchetti di raccolta dei farmaci hanno avuto inizio sabato 22 novembre davanti ad alcune farmacie di città e provincia. Da un lato la risposta delle persone è stata molto positiva: ognuno secondo le sue possibilità, i/le cittadini/e hanno acquistato qualcosa da deporre nel cesto di raccolta. Dall’altro la collaborazione di tante farmacie ha reso palpabile la sensibilità della categoria e permesso l’incanalarsi della generosità e la trasmissione delle informazioni

Nella scorsa settimana ci sono stati banchetti di raccolta davanti alle farmacie di Travo e di Pontenure (martedì 25 novembre) e a Piacenza presso le Farmacie Zacconi, via Legnano, Cardona e Corvi, via Colombo 124, Dallavalle, v.le Dante 34 e in provincia a Bobbio presso la Farmacia Resposi  (sabato 29 novembre) .

Ecco i prossimi appuntamenti:
mercoledì 3 e giovedì 4 dicembre, Piacenza
Farmacia Boselli, via Guercino 46/50, ang. via Boselli (pomeriggio)

venerdì 5 dicembre, Roveleto di Cadeo
Farmacia del Santuario, dalle 9.00-12.30 e dalle 15.30.19.30
Inoltre varie farmacie si sono rese disponibili a raccogliere i farmaci da inviare a Gaza all’interno del proprio negozio anche in assenza dei volontari: hanno allestito dei dispenser con i farmaci più richiesti dagli ospedali di Gaza e i relativi prezzi, hanno esposto il materiale informativo della campagna e preparato un cesto dove chi vuole può acquistare e lasciare una o più confezioni.

Queste le farmacie dove è possibile contribuire ogni giorno e in ogni orario:
Piacenza
Farmacia Cardona, via Colombo 124
Farmacia Boselli, via Guercino 45/50, ang, via Boselli
Gariga
Farmacia comunale
Travo
Farmacia Colombi
Pontenure
Farmacia Eccher dove in particolare si raccolgono soluzioni fisiologiche per flebo del costo di €.1,80
Fiorenzuola
Farmacia Silva, via San Rocco
Parafarmacia “Pharma Family Fiore”, via Liberazione
Farmacia Mantovani, p.zza Molinari

rete “Restiamo Umani – Piacenza”
donne e uomini contro la guerra, Piacenza, Rete Radiè Resch, gruppo piacentino affidatarie/i di bambine/i di Jabalia-Gaza, Mondo Aperto APS, Sentieri nel mondo APS, MCE, Piacenza, Legambiente, Piacenza, Avè, CGIL, Piacenza, Piccolo Mondo, La Pecora Nera, Comitato Acqua Bene Comune, Piacenza - CISL, Piacenza, UIL, Piacenza, Caritas diocesana Piacenza-Bobbio, MLAL, Piacenza, Centro Missionario diocesano, Circolo ARCI VIK, Associazione Padre Antonino Magnani, Comitato “Comandante Muro” - ANPI, Piacenza, UDS, Piacenza, Mele Verdi - collettivo “Il Mulo”, AS.SO.FA., Amnesty International, Piacenza, Libera, Piacenza, ARCI, Piacenza
 
Per informazioni rivolgersi ad uno dei Nodi della rete e/o a:
Chiara Casella
0523 957210 – 346 3550029

sabato 29 novembre 2014


Israele a EXPO:
"Campi di domani"
o un domani senza più campi occupati?

 
#‎EXPO2015‬ | ISRAEL PAVILION
2.369 mq firmati dallo studio David Knafo. Un “giardino verticale” alto 12 metri che cambia i colori secondo lo scorrere delle stagioni. Con il tema “I campi di domani”, i progressi nell’irrigazione delle zone aride sono protagonisti del Padiglione Israele a Expo2015 http://bit.ly/SNtRfp

“La presenza in pompa magna di Israele nell'Expo conferma che dietro il tema “nutrire il pianeta” si nascondono coloro che si muovono in senso esattamente opposto. Il padiglione dello stato sionista, denominato “Campi di domani”, sarà situato in una posizione privilegiata, a fianco di quello italiano – paese organizzatore, a dimostrazione dei saldi legami tra i due stati - all'incrocio fra i due assi principali dell'Esposizione e, con una dimensione di 2.400 metri quadrati intenderà propagandare le “eccellenze” dell'Occupazione israeliana, come l'agricoltura e lo sfruttamento delle risorse idriche arabo-palestinesi.”
http://www.bdsitalia.org/index.php/component/tortags/tag/expo_2015

Nel progetto consultabile on line sul sito ufficiale di Expo 2015, Israele si vanta dell’alto livello di sviluppo nel settore dell’agroalimentare e nella lotta contro la desertificazione. E ancora. Punta di diamante nella progettazione del padiglione che aprirà il 1 maggio prossimo, è l’alto livello di competenza tecnologica raggiunto da Israele nelle opere di “bonifica” dei terreni incolti.

Nel progetto però, non sono ben specificati di quali terreni si tratti.
Quando Expo2015 aprirà le sue porte, sarà interessante scoprire se Israele inserirà tra i prodotti della sua terra anche quelli provenienti dalle aree occupate in Cisgiordania. O se tra le primizie che il paese esporrà ci saranno anche i raccolti provenienti dalle colonie sioniste della West Bank. “Mostrare il vero carattere di Israele e non quello che di norma appare sui giornali” è l’obiettivo che i responsabili della struttura vogliono raggiungere dal punto di vista mediatico. Secondo alcuni dati, oggi in Israele l’agricoltura rappresenta circa il 2,4 del Pil e circa il 2% delle esportazioni, e il Paese produce oltre il 90% del proprio fabbisogno alimentare. Sulle terre degli altri.





lunedì 10 novembre 2014

DIMENTICARE GAZA?

Giovedì 20 novembre 2014 – ore 21.00

Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano
 Via Sant’Eufemia 12 – Piacenza
DIMENTICARE GAZA?
Proiezione del docu-film:


di Luca Scaffidi, Valeria Testagrossa, Andrea Zambelli, Alberto Mussolini e Nicola Grignani (Italia 2013, 64’)
 
Striplife racconta la giornata di sette personaggi che in comune hanno poco come stile di vita, età e classe sociale, ma che sono uniti da un “destino” comune e ineluttabile, quello di essere nati nella Striscia di Gaza, un lembo di terra lungo 41 km e largo appena 6-7 km, che da decenni è in guerra – a più o meno alta o bassa intensità, a seconda dei periodi – con il suo vicino Israele. Il documentario è stato girato da un gruppo di cinque registi italiani che miravano a mostrare una Gaza diversa da quella dei telegiornali nei giorni di guerra, quella di tutti i giorni, che resiste, vive, crea nonostante le bombe: “il contadino che come forma di resistenza continua a piantare i semi ogni anno”.

  Alla proiezione sarà presente uno dei registi.

  Seguirà una connessione via skype con Meri Calvelli, cooperante del’ong ACS, da Gaza

 

Donne e uomini contro la guerra - Piacenza

martedì 4 novembre 2014

" 100 ANNI DI GUERRE BASTANO! "



Martedì 4 novembre, ore 20.45 presso Spazio2
(ex-circoscrizione 2 in via XXIV Maggio a Piacenza)

" 100 ANNI DI GUERRE BASTANO! "
- Voci di Pace dalla marcia Perugia-Assisi 2014 -



Una serata organizzata dal Tavolo della Pace in collaborazione con il Comune di Piacenza che rappresenta una doppia occasione:

1) I giovani che hanno partecipato all'ultima edizione della marcia per la pace Perugia-Assisi riporteranno le proprie riflessioni ed impressioni sull'esperienza e ci inviteranno a pensare a tutti i momenti in cui anche noi oggi possiamo dire NO! a guerre ed inutili stragi come la 1° Guerra Mondiale di cui ricorre il centenario

2) In un confronto con alcuni adulti piacentini che in passato hanno mosso OBIEZIONE a guerre, spese militari e commercio di armi, ci chiederemo quali e quanti sono le occasioni concrete per poter fare obiezione allo stesso modo ancora oggi.
Tra queste, l'attualissima proposta di legge per un dipartimento della Difesa Civile Non armata e Non violenta


DIRE NO A GUERRE, SPESE MILITARI E COMMERCIO D'ARMI E' POSSIBILE ANCORA OGGI, NOI DESIDERIAMO RIBADIRLO E FARE PROPOSTE CONCRETE DI TUTELA DELLA PACE, PROPRIO IL 4 NOVEMBRE, GIORNO SOLITAMENTE RICONOSCIUTO CON LA FESTA DELLE FORZE ARMATE.
LE ARMI PRODUCONO VITTIME INNOCENTI E DISTRUZIONE....A NOSTRO PARERE NON C'E' NULLA DA FESTEGGIARE, E' IMPORTANTE INVECE RICORDARE LE VITTIME E DIRE A GRAN VOCE "MAI PIU'!" E PROPORRE AZIONI CONCRETE DI TUTELA DELLA PACE E DEI DIRITTI UMANI.https://www.facebook.com/events/355505317942412/?ref_newsfeed_story_type=regular

domenica 26 ottobre 2014

Campagna per la proposta di legge di iniziativa popolare sulla difesa civile non armata e nonviolenta

Mercoledì 29 ottobre 2014,
dalle 18,15
presso il Centro interculturale di Piacenza
Via 21 Aprile N.15 
incontro di approfondimento sul tema:

Campagna per la difesa civile non armata e nonviolenta “UN’ALTRA DIFESA E’ POSSIBILE” che si articolerà nella raccolta di firme per la Legge di iniziativa popolare “Istituzione e modalità di finanziamento del Dipartimento della Difesa Civile non armata e nonviolenta”.

Con questa Legge si propone l’istituzione di un Dipartimento che comprenda i Corpi civili di pace e l’Istituto di ricerche sulla Pace e il Disarmo e che abbia forme di interazione e collaborazione con il Dipartimento della Protezione civile, il Dipartimento dei Vigili del Fuoco ed il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale. Si tratta di dare finalmente concretezza a ciò che prefiguravano i Costituenti con il ripudio della guerra, e che già oggi è previsto dalla legge e confermato dalla Corte Costituzionale, cioè la realizzazione di una difesa civile alternativa alla difesa militare, finanziata dal bilancio statale e finanziata direttamente dai cittadini attraverso l’opzione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi.
Vi indico materiali per l'approfondimento invitando chi di voi parteciperà a prenderne visione, se trova il tempo, almeno parzialmente e, se possibile, a proporsi per riferire su uno di questi o su altri materiali o osservazioni, per evitare una gestione dell'incontro passiva, non partecipata con un relatore che relaziona e un uditorio che ascolta.

Io proporrò degli spunti introduttivi.
Grazie,
Francesca Molinari

giovedì 16 ottobre 2014

Quando migrare era una cosa normale: Arti e Pensieri per il Tavolo della pace

Da un progetto dello SVEP un percorso per le scuole contro il razzismo nei
confronti dei migranti.
Via al Bando per la selezione delle classi che parteciperanno a “Siamo tutti Africani! Quando migrare era una cosa normale...”: la proposta dell'associazione culturale Arti e Pensieri rientra nel programma che il Tavolo della pace 2014/2015 ha presentato alla Regione con lo SVEP.
“Strade di pace – strade di solidarietà e linguaggi universali” intitola l'insieme dei percorsi che, coinvolgendo enti locali, associazioni e organizzazioni non governative, mira a rendere visibili, ma anche indesiderabili, xenofobia, pregiudizio e discriminazione, militarismo delle menti e dei territori.
Le proposte contenute nel programma accompagnano la cittadinanza, in particolare giovanile, nell'Anno Europeo della Cooperazione allo sviluppo e nell'inizio del triennio che ricorderà gli orrori della Prima guerra mondiale: il fine è quello di smantellare la fiducia in qualsiasi “guerra preventiva” e indirizzare risorse ed energie verso un'economia di giustizia, cooperazione creativa e nonviolenza. I ragazzi saranno portati a leggere sulla città tracce e segnali che ci permettano di capire “Dove siamo e come stiamo?”, facendoci immaginare come potrebbe essere il nostro futuro alla luce di ciò che si sta seminando oggi; “Che cosa vogliamo preservare?” sarà la domanda guida nella costruzione di linguaggi per comunicare nella diversità, relazioni, economie e strade solidali, anche a partire dalle contraddizioni della crisi.
Arti e Pensieri vuole arrivare ai bambini delle scuole primarie, ai loro insegnanti, fino a coinvolgere attivamente le famiglie dei piccoli studenti, solitamente difficili da integrare. Intrecciato con i programmi delle classi terze alle quali è rivolto, il percorso parte dal periodo della preistoria, quando i nostri antenati Sapiens sono usciti dalla culla di tutta l’umanità, l’Africa, e, arrivati in Europa, si sono trovati di fronte un uomo di un’altra specie, il bianco Neanderthal che già vi abitava da tempo. Si ribalteranno quindi le prospettive, risalendo all’epoca in cui i primi ‘immigrati’ dalla pelle scura, probabilmente guardati con sospetto, siamo stati proprio noi...
Si intenderà arrivare a riflettere su come nel mondo antico migrare fosse la normalità e su quanto il concetto di confine sia un prodotto della nostra mente tutto sommato recente, se visto sul lungo periodo della nostra storia.
Da gennaio a maggio, il percorso prevede 3 incontri con le classi, suddivisi in visite guidate alla sezione preistorica del Museo Civico di Palazzo Farnese e alla mostra Migrazioni (di uccelli e uomini antichi e moderni) al Museo di Storia naturale, lezioni interattive con laboratorio pratico per la creazione di un libretto pop-up sul tema. Verranno anche coinvolte le famiglie dei piccoli partecipanti sia durante il percorso che alla fine, in una giornata di restituzione finale.
In estate, poi, i bambini avranno la possibilità di coronare l’esperienza partecipando al progetto di costruzione e varo nel Po di una piroga che verrà ricostruita in scala reale per la terza edizione de IL PO RICORDA, manifestazione a cura di Arti e Pensieri con la collaborazione del Comune di Piacenza.

Fino al 19 ottobre sarà possibile partecipare al Bando per la selezione delle 3 classi che saranno le protagoniste del progetto. Gli insegnanti possono scaricare dal sito www.artiepensieri.com il modulo da compilare e inviarlo compilato all'indirizzo e-mail artiepensieri@virgilio.it.
Il 20 ottobre saranno rese note le classi vincitrici, in modo che già da novembre gli insegnanti possano iniziare il percorso di formazione, accompagnati dagli operatori di Arti e Pensieri.
Perché i musei possono e devono essere vissuti come luoghi di cultura e integrazione, ‘porto franco’ e cuore della città di tutti.


Informazioni all'indirizzo artiepensieri@virgilio.it o ai numeri 340.6160854, 333.6738327.
www.artiepensieri.com
Facebook: ArtiEpensieri Piacenza
UFFICIO STAMPA
Martina Fontanesi 349.1035405 // martina.fontanesi@icloud.com

sabato 27 settembre 2014

Lanciato l’appello collettivo “Esigiamo il disarmo nucleare totale”

E' stato lanciato l’appello collettivo “Esigiamo il disarmo nucleare totale”.
Nell'appello si legge:
"Noi, sottoscritti, avendo preso atto delle conclusioni della conferenza di Nayarit (Messico), in previsione del nuovo appuntamento lungo lo stesso percorso "umanitario" previsto in Austria per l’8 e il 9 dicembre 2014, lanciamo al governo italiano un appello per la prosecuzione coerente dell’impegno e della lotta per la messa al bando delle armi nucleari. Appello questo che raggiunge e sostiene quello internazionale della più vasta campagna ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons)". 
L'appello lo si può sottoscrivere andando all'indirizzo Internet  http://www.petizioni24.com/esigiamo ed è promosso da vari enti ed associazioni, nonché da personalità impegnate da molti anni sul terreno della denuclearizzazione.
A chi ritiene remota la possibilità di una guerra nucleare, l'appello fa presente che esiste la possibilità anche di un errore dei software militari:
"L'olocausto nucleare definitivo potrebbe essere scatenato da calcoli politici folli, ma persino per errore o per caso, sapendo che circa 2000 di queste bombe sono in stato permanente di massima allerta, montate su dei missili pronti a essere lanciati nel giro di 15 minuti, e tenuto anche conto dei fallibili software di comando, controllo e comunicazione".
L'appello si collega alla pubblicazione e alla diffusione del libro “Esigete! Un disarmo nucleare totale”, di Stéphane Hessel e Albert Jacquard, due grandi personalità pacifiste scomparse da poco.
Il libro di Hessel e Jacquard è l'occasione per rilanciare anche in Italia l'iniziativa antinucleare che ha come focus la Campagna Internazionale per l'abolizione delle armi nucleari. L'appuntamento fondamentale di tale Campagna è Vienna (dicembre 2014); e come percorsi di supporto, altre importanti campagne ad essa collegate: Mediterraneo e Medio Oriente denuclearizzati, No alle atomiche USA in Italia, attuazione del referendum vinto nel 2011.
Ormai giunti al terzo anniversario della catastrofe di Fukushima, piuttosto che prevenire e trarre insegnamento dagli eventi, nel nostro Paese si ammodernano le B61, bombe atomiche statunitensi, nelle basi USA di Ghedi e Aviano e si acquistano e perfezionano gli F35, aerei militari atti al trasporto delle bombe nucleari. 
Collegandosi al pamphlet di Stéphane Hessel e Albert Jacquard dal titolo emblematico “Esigete! un disarmo nucleare totale”, che costituisce un manifesto mondiale per il disarmo nucleare, l'appello online vuole sollecitare l'attenzione dell'opinione pubblica all'abolizione del nucleare militare per cercare e praticare democrazia e pace e per difendere l'ecosistema e gli spazi che tutti noi abbiamo l'obbligo di difendere e proteggere e non di distruggere.
La nostra speranza è che l’ attivismo e l'impegno per il disarmo nucleare totale e per la denuclearizzazione siano al primo posto negli ideali dei giovani, affinché la guerra esca per sempre dalla Storia. La presenza dello smisurato arsenale nucleare nel mondo è certamente il più grave pericolo per la sopravvivenza dell'umanità, perché arma di annientamento e sterminio, creata dall'uomo stesso: la sua eliminazione è dunque il compito prioritario, è una lotta civile umanistica ancora prima che umanitaria, perché implica l'alto ideale della tutela della specie umana, del pianeta e dell'ecosistema in cui viviamo e soprattutto del futuro dell’umanità.
da: http://www.peacelink.it/pace/a/40614.html

CGIL, ARCI, ANPI, CPP organizzano
VENERDÌ 3 OTTOBRE 2014 - ORE 17.30
Salone “Nelson Mandela” - Camera del Lavoro
Via XXIV Maggio 18 - Piacenza
PRESENTAZIONE DEL LIBRO
ESIGETE!
UN DISARMO NUCLEARE TOTALE

di Stéphane Hessel e Albert Jacquard
Observatoire des Armements
Edizione italiana a cura di 
Mario Agostinelli, Luigi Mosca, Alfonso Navarra
Presentazione di Emanuele Patti, Arci Milano
Prefazione di Antonio Pizzinato, Presidente onorario Anpi
Editore EDIESSE

Saranno presenti
Luigi Mosca Fisico nucleare già Direttore del Laboratorio di Modane "LSM"
Alfonso Navarra Vice-Presidente Arci Energia Felice
Coordina
Giuseppe Bruzzone, Obiettore di coscienza che ricorderà Franco Fornari

giovedì 11 settembre 2014

ITALIA IN GUERRA: 100 milioni di euro al giorno in armi!


P. Alex Zanotelli è un missionario Comboniano che ha vissuto per 12 anni nella baraccopoli di Korogocho in Kenya, dove sono i più poveri fra i poveri, i più esclusi fra gli esclusi. Rientrato in Italia ha scelto di vivere inserito in un quartiere popolare di Napoli e si impegna nell'animazione di gruppi, comunità e associazioni in tutta Italia.
Un nutrito gruppo tra i fondatori del Tavolo della pace di Piacenza allora aderenti a Rete Lilliput gli fu vicino nell'impegno per un'economia di giustizia nella nonviolenza , altri nelle lotte per la salvaguardia del bene comune acqua e per la pubblicizzazione della sua gestione in ottemperanza al referendum popolare del 2011.
Oggi volgiamo invitare con le sue parole a vigilare con coscienza attiva le scelte di chi ci governa per arginare “la follia di un mondo lanciato ad armarsi sino ai denti” mentre solo il Papa non esita con coraggio e lungimiranza a parlare esplicitamente di III guerra mondiale.
Segnaliamo in particolare nell'articolo di padre Alex l'invito ai prossimi appuntamenti contro le guerre e per il disarmo: Firenze 21 settembre dalle 11 alle 16 a Piazzale Michelangelo con la rete della pace e Marcia Perugia-Assisi il 19 ottobre per la quale si stanno predisponendo pullman anche da Piacenza anche con il contributo del comune .
Chiediamo a tutte e a tutti , a ciascuna e a ciascuno e in particolare ai Comuni della provincia di Piacenza , alle Parrocchie della Diocesi di Piacenza e Bobbio, alle associazioni e alle Chiese e ai Gruppi di tutte le religioni presenti nel nostro territorio di diffondere questo testo di Padre Zanotelli che è tra i firmatari dell'Appello, a pochi giorni dal voto della camera dei deputati, sulle mozioni che chiedono la cancellazione definitiva o la revisione del programma degli F35 alla quale ha aderito oltre alla campagna “Taglia le ali alle armi” e tante associazioni e persone note (artisti, intellettuali, ecc.) e meno note ma non meno importanti.

100 milioni al giorno in armi!” di Alex Zanotelli
 10 settembre 2014 - Alex Zanotelli
La guerra imperversa ormai dall’Ucraina alla Somalia, dall’Iraq al Sud Sudan, dal Califfato Islamico (ISIS),al Califfato del Nord della Nigeria (Boko Haram), dalla Siria al Centrafrica, dalla Libia al Mali, dall’Afghanistan al Sudan, fino all’interminabile conflitto Israele –Palestina.
Mi sembra di vedere il ‘cavallo rosso fuoco’ dell’Apocalisse :”A colui che lo cavalcava fu dato potere di togliere la pace della terra e di far sì che si sgozzassero a vicenda , e gli fu consegnata una grande spada.”(Ap.6,4) E’ la “grande spada” che è ritornata a governare la terra. Siamo ritornati alla Guerra Fredda tra la Russia e la NATO  che vuole espandersi a Est, dall’Ucraina alla Georgia.
 Nel suo ultimo vertice, tenutosi a Newpost nel Galles(4-5 settembre 2014), la NATO ha deciso di costruire 5 basi militari nei paesi dell’Est, nonché pesanti sanzioni alla Russia. Il nostro  Presidente del Consiglio,M.  Renzi ha approvato queste decisioni e ha anche aderito alla Coalizione dei dieci paesi , pronti a battersi contro l’ISIS , offrendo per di più armi ai Curdi. Inoltre si è  impegnato a mantenere  forze militari in Afghanistan e a far parte dei “donatori” che forniranno a Kabul  4 miliardi di dollari.Durante il vertice NATO, Obama ha invitato gli alleati europei a investire di più in Difesa, destinandovi

giovedì 31 luglio 2014

Massacro silente. La voce delle armi e il silenzio del diritto.

Il comunicato di otto organizzazioni italiane impegnate in Palestina:
Quanti bambini, donne e anziani devono ancora morire per poter usare la parola MASSACRO?
Per quanto ancora i nostri governi continueranno ad usare definizioni fredde come “uso sproporzionato della forza”,“diritto di difesa”, “vittime collaterali”, “scudi umani” perché non riescono a condannare uno Stato che occupa rinchiude e uccide un intero popolo? Fino a quando i nostri governi, paladini a parole dei diritti umani, continueranno a difendere uno Stato che bombarda bambini mentre giocano a calcio su una spiaggia, che colpisce scuole, ospedali e ambulanze o che rade al suolo interi quartieri? 

A Shajaiyyeh è stata una strage e così dovrà passare alla storia.
Oltre 90 i corpi senza vita già ritrovati dopo i bombardamenti della notte del 19 luglio, chissà quanti “riposano” ancora sotto le macerie delle proprie case. A tanti sono tornate in mente le immagini crude e dilanianti di Sabra e Chatila. 32 anni dopo la storia si ripete. Il carnefice è sempre lo stesso come anche le vittime. Oggi come allora sono uomini donne bambini che non hanno lasciato la propria casa, non per eroismo, ma perché non hanno alcun posto dove fuggire e perché quella casa è tutto ciò che hanno. Altri invece sono scappati. Orde di persone hanno deciso di mettersi in cammino, molti sventolando bandiere bianche, verso una meta non ben definita. Orde di persone che a piedi, con pochi  beni, raggiungono le scuole dell’UNRWA, la casa di un parente, sperando che questo possa salvare le loro vite. Quando più di 200 mila persone sono costrette a lasciare le proprie case e i propri quartieri senza avere un posto dove andare e senza potersi mettere in salvo; quando gli ospedali sono al collasso e il personale medico è considerato un target, siamo di fronte ad un chiaro CRIMINE DI GUERRA. La rabbia delle persone rivolta contro giornalisti e operatori umanitari, all’indomani del massacro di Shajaiyyeh, in

lunedì 14 luglio 2014

Paura e Odio

In questo momento di tremenda sofferenza e paura, insistiamo sul fatto che tutti i palestinesi e gli israeliani meritano la sicurezza, giustizia e uguaglianza, e piangiamo tutti i morti.
Ogni morte è un'agonia per quelli che hanno perso una persona cara, ma non si può negare che questa violenza è caduta prevalentemente ai palestinesi. Questa violenza ha una causa principale:  
l'occupazione illegale della Palestina da parte di Israele.

  • La negazione dei diritti umani dei palestinesi deve finire.
  • Gli insediamenti illegali deve finire
  • I bombardamenti di civili devono finire
  • L'uccisioni di ragazzi deve finire
  • Valorizzare la vita degli ebrei a scapito di altri, deve finire. 
In Palestina occupata, l'uccisione e la mutilazione dei giovani sono diventate parte della vita quotidiana, tanto che molti al di fuori della Palestina sono diventati immuni alla notizia che l'esercito israeliano ha ucciso un altro ragazzo disarmato. Ma dopo la sparizione di tre giovani israeliani l'attenzione si è concentrata sulla Palestina e la risposta israeliana al presunto rapimento.
Il governo israeliano ha fatto tutto quanto in loro potere per aumentare la tensione su entrambi i lati. L'operazione, che secondo il governo era una ricerca per i ragazzi, assomigliava alle punizione inflitte alle popolazioni sotto occupazione durante la seconda guerra mondiale con rastrellamenti di massa, violenza gratuita e distruzione di proprietà. Certamente non e' stata un'operazione di polizia per trovare i ragazzi spariti.
Ora si scopre che il governo israeliano aveva già prove solide fin dall'inizio che i

giovedì 10 luglio 2014

ESIGETE !


ESIGETE !
un disarmo nucleare totale
di Hessel-Jacquard

Perché questo libro di piccolo taglio e senza tante pagine è importante. Per tanti motivi, prima politici nel senso più alto del termine. La parola "nucleare" non è molto "apprezzata" nei vari Stati e nelle loro popolazioni : evoca paure, diffidenze, fa sentire una qualche incapacità a risolvere il problema e i governi non fanno nulla per rendere evidente la problematicità della situazione. Non c'è stato un governante, fino ad oggi che, con autentico spirito di servizio, abbia detto ai suoi cittadini, che con la guerra atomica non c'è
salvezza per nessuno, se permane un certo atteggiamento storico di continuità con il passato e si facessero le guerre tra Stati come fino a 70 anni fa.
Fare una guerra atomica tra 2 o 3 Stati o più Stati vorrebbe dire coinvolgere comunque il resto del mondo
in questa guerra, con maggiore o minore intensità, con danni che si ripercuoterebbero nel tempo e potrebbero, persino, essere irreparabili.
Questo libro prova a fornire il "peso" della situazione nucleare sotto la patina di un comportamento statuale in linea con i secoli precedenti e non attualizzati al momento storico di oggi.
Noi cittadini del mondo, con abitudini, culture diverse, in questi tempi abbiamo
accumulato un potenziale distruttivo pari a circa 600.000 bombe di Hiroshima. Il conto risulta da un calcolo globale presumibile, in base a certe informazioni, di circa 20.000 ordigni nucleari, posseduti da pochi Paesi, la cui potenza mediaè di circa 30 volte quella di Hiroshima.
Il "peso" è troppo, perché in qualche momento non possa contare nel modo peggiore per tutti. E per tutti intendo proprio tutti, militari, civili, lobbisti di armi, credenti di tutte le religioni e relativi talebani, non credenti, donne, uomini e, stavolta, perfino chi scrive.
Il libro poi contiene delle parti interessanti perché fa la storia delle posizioni

lunedì 23 giugno 2014

Oltre l’equivocità del termine “nonviolenza”

   Anche tra le persone più miti e più aliene dalla violenza, e più desiderose di una vita sociale giusta, libera dalle tante forme di violenza, corrono forti equivoci sulla cultura (teoria, prassi, storia) dell’azione nonviolenta.
La prima causa di malacomprensione mi sembra che sia il nome stesso “nonviolenza”. Esso suona negativo e illusorio. Sembra dire che questa auspicata forma di vita e di impegno sia pura da ogni violenza e possa costituire una proposta già pronta di vita sociale libera da ogni violenza: fisica, militare, armata, economica, strutturale, mediatica, culturale, ….
La parola, i simboli, l’entusiasmo dei “nonviolenti” persuasi finiscono per disilludere sempre più i “perplessi”, che constatano amaramente la vasta e profonda presenza della violenza, in tante forme, nella vita umana. Essi, così, finiscono col giudicare ingenua, illusoria e ingannevole, a causa di superficiale integralismo, la proposta della cultura nonviolenta.
Il nome, anzitutto. L’originale termine gandhiano è satyagraha, che già qualcuno

domenica 1 giugno 2014

Se il 2 Giugno...

Se il 2 giugno e' la festa della repubblica allora e' la festa della Costituzione repubblicana che ripudia la guerra: e quindi e' assurdo e criminale che lo stato italiano continui a partecipare alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan; e' assurdo e criminale che continui nel riarmo; e' assurdo e criminale che resti in quell'alleanza massacratrice che e' la Nato invece di chiederne lo scioglimento.
Se il 2 giugno e' la festa della repubblica allora e' la festa della Costituzione repubblicana che riconosce e difende la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani: e quindi e' assurdo e criminale che lo stato italiano continui a perseguitare i migranti con infami politiche razziste e schiaviste.
Se il 2 giugno e' la festa della repubblica allora e' la festa della Costituzione repubblicana che afferma l'eguaglianza di diritti: e quindi e' assurdo e criminale che lo stato italiano continui ad essere complice dei poteri rapinatori, sfruttatori e usurai, del regime della corruzione e dei poteri mafiosi, del modo di produzione che privilegia la massimizzazione del profitto fino ad esercitare ogni violenza nei confronti degli esseri umani (ridotti a mera forza lavoro, esercito di riserva, mandria di consumatori) e della natura (considerata come scrigno di materie prime da rapinare, avvelenare ed esaurire senza scrupoli).

La repubblica e' la cosa di tutti: il bene comune, la condivisione, la responsabilita'.
La repubblica e' la casa di tutti: la civile convivenza, la biosfera, la cura reciproca.
La repubblica e' l'antifascismo in atto.
La repubblica e' la nonviolenza in cammino.

Per festeggiare il 2 giugno occorre opporsi alla guerra, alle armi, a tutti i poteri armati, a tutte le uccisioni.
Per festeggiare il 2 giugno occorre opporsi al razzismo, alla discriminazione ed a tutte le persecuzioni.
Per festeggiare il 2 giugno occorre opporsi all'economia della schiavitu'.
Per festeggiare il 2 giugno occorre opporsi alla rapina, alla devastazione e alla distruzione della natura.
Per festeggiare il 2 giugno occorre opporsi al potere maschilista e patriarcale che e' la prima radice di ogni oppressione, di ogni violenza.
Vi e' una sola umanita'.

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, primo giugno 2014

da: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/2014/06/msg00001.html

sabato 31 maggio 2014

Giornata di formazione "D come difesa, D come disarmo"

Quest'anno il Tavolo ha organizzato due momenti di Formazione  dedicati al tema:
 difesa/disarmo
 a livello "micro" e "macro " dalle relazioni tra le persone, uomini e donne, giovani e vecchi, di diverse culture e modalità di muoversi, parlare , essere se stessi e se stesse... alle relazioni tra Stati .
Si vuole dare una particolare attenzione anche ai problemi e anche alle grandi opportunità che nascono nella comunicazione tra persone del mondo occidentale (intendendo quello cosiddetto del Nord del mondo  colonizzatore del resto del mondo   e  principale artefice dell'attuale modello globalizzato di produrre e abitare il Pianeta Terra, distribuire e utilizzare le risorse comuni, diffondere un cultura che sostiene questo modello ) e quelle provenienti dal continente africano, asiatico,  centro e sud americano in particolare ,che incontriamo anche nella nostra città purtroppo  troppo spesso  come immigrati forzati da guerre e/o impoverimento dei loro luoghi di provenienza , dagli esiti nefasti dei cambiamenti climatici , ecc.
Ci sarà un pomeriggio, di Formazione l' 11 Giugno  (del quale riceverete ulteriori informazioni in una successiva e mail ) più centrato su una riflessione comune attorno alle nostre esperienze di comunicazione e frequentazione con persone di culture diverse da quella di origine di ciascuno/a dei partecipanti che si rivolge a chi fa parte del Tavolo della pace e , successivamente  domenica 22 Giugno ci sarà la Giornata intera di Formazione aperta a chi vorrà partecipare.
Con questa e mail vi presento  quest'ultima Giornata che ricalcherà l'esperienza dell'anno passato  presso Villa Raggio immersa nell'omonimo  Parco a Pontenure, perché è stata  molto frequentata e anche direi "goduta" da chi vi ha preso parte.

Si aprono quindi le iscrizioni alla :
Giornata gratuita di Formazione interattiva
 sul tema:
D” come DIFESA,
“D” come DISARMO:
 Difenderci da chi? Da che cosa?
Come, quando, perché, con chi?
con Anna Boeri , Direttrice del Teatro di Psicodramma del Centro psico- pedagogico per l'educazione e la gestione dei conflitti di Piacenza ed  Elio Pagani del Forum contro la guerra, già obbiettore di coscienza alla produzione bellica alla fine degli anni '80 .

Domenica 22 giugno 2014 
presso Villa Raggio a Pontenure 

Il Corso di formazione e informazione è inserito nel Progetto del Tavolo della Pace di Piacenza 2013/2014: Una società disarmata è possibile” 
(per i dettagli, leggere la locandina)

giovedì 13 febbraio 2014

Il problema F-35 va risolto cancellando la nostra partecipazione

Ancora una volta documenti ufficiali del Pentagono sottolineano la debolezza del programma F-35: è tempo di dare ascolto alle richieste della nostra campagna. Bene che il Parlamento stia ritornando ad occuparsi del tema con interrogazioni riguardanti lo stato del progetto
(Fonte: Taglia le ali alle armi - 31 gennaio 2014)
Anche se nel 2013 il Governo, ignorando la maggioranza degli italiani e i voti del Parlamento, ha deciso senza battere ciglio di continuare l’acquisto dei caccia F-35 la partita a riguardo di questo programma d’armamento non è finita.
“La nostra mobilitazione non si ferma, ed anzi le ultime notizie tecniche provenienti dagli USA rilanciano la forza della nostra azione”. E’ questa la posizione espressa dalla campagna "Taglia le ali alle armi" che si batte per vedere la cancellazione della partecipazione italiana al programma dei caccia F-35. I motivi di fondo sono quelli che animano la mobilitazione dal 2009: in particolare in periodo di crisi è assolutamente insensato acquistare – con finte motivazioni difensive – dei cacciabombardieri d’attacco a capacità nucleare. Con i miliardi previsti per questo programma di armamento (stima di 14 di solo acquisto e 50 fino al termine compresa manutenzione) altri e più importanti sarebbero gli interventi possibili a vera difesa dei cittadini italiani: investimenti in welfare, sanità, scuola, lavoro.
Anche le ultime informazioni messe nero su bianco dal Report ufficiale DOT&E del Pentagono dimostrano quanto la nostra campagna dice da tempo: il programma Joint Strike Fighter ha più problemi che aspetti positivi e si sta dimostrando una scelta sbagliata e problematica sia per gli Stati Uniti che per il nostro paese. I ritardi nello sviluppo del

lunedì 20 gennaio 2014

Approvato il finanziamento per i Corpi Civili di Pace

Con il voto di fiducia alla Camera dei Deputati sulla Legge di Stabilità vengono stanziati nel triennio 2014-2016, suddivisi equamente per ciascun anno, nove milioni di euro per “l'istituzione di un contingente di corpi civili di pace, destinati alla formazione e alla sperimentazione della presenza di 500 giovani volontari da impegnare in azioni di pace non governative nelle aree di conflitto o a rischio di conflitto o nelle aree di emergenza ambientale”  (Legge 147/2013, comma 253)
È il risultato di un emendamento derivante da un'iniziativa dell’on. Giulio Marcon (Sel) che dopo un’iniziale bocciatura è stato fatto proprio dal Governo.
Il testo dell'emendamento prevede “l'organizzazione del contingente secondo quanto previsto dall'articolo 12 del decreto legislativo 5 aprile 2002, n. 77”, secondo il quale i giovani volontari “possono essere inviati all'estero anche per brevi periodi nelle forme stabilite con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro degli Affari Esteri”.
Per la prima volta in Italia viene prevista quindi una sperimentazione verso una struttura più volte teorizzata da studiosi e dai movimenti pacifisti e nonviolenti ma che non aveva mai trovato percorsi di attuazione concreta.
Finalmente questo voto del Parlamento consente all'Italia di recuperare terreno rispetto al resto dell'Europa nella costruzione della pace tramite l'azione nonviolenta – commenta Martina Pignatti Morano del Tavolo Interventi Civili di Pace - e raccoglie l'eredità dell'obiezione di coscienza al servizio militare. In Germania un apposito Servizio Civile di Pace è già stato istituito dal 1999 e quasi tutti gli altri paesi dell'Unione Europea finanziano interventi di peacebuilding dell'associazionismo e delle chiese tramite fondi della cooperazione”.