Il comunicato di otto
organizzazioni italiane impegnate in Palestina:
Quanti bambini, donne e
anziani devono ancora morire per poter usare la parola
MASSACRO?
Per quanto ancora i
nostri governi continueranno ad usare definizioni fredde come “uso
sproporzionato della forza”,“diritto di difesa”, “vittime collaterali”,
“scudi umani” perché non riescono a condannare uno Stato che occupa
rinchiude e uccide un intero popolo? Fino a quando i nostri
governi, paladini a parole dei diritti umani, continueranno a difendere
uno Stato che bombarda bambini mentre giocano a calcio su una
spiaggia, che colpisce scuole, ospedali e ambulanze o che rade al
suolo interi quartieri?
A Shajaiyyeh è stata una
strage e così dovrà passare alla storia.
Oltre 90 i corpi senza
vita già ritrovati dopo i bombardamenti della notte del 19 luglio,
chissà quanti “riposano” ancora sotto le macerie delle proprie case. A
tanti sono tornate in mente le immagini crude e dilanianti di Sabra e
Chatila. 32 anni dopo la storia si ripete. Il carnefice è sempre lo
stesso come anche le vittime. Oggi come allora sono uomini donne bambini
che non hanno lasciato la propria casa, non per eroismo, ma perché
non hanno alcun posto dove fuggire e perché quella casa è tutto ciò
che hanno. Altri invece sono
scappati. Orde di persone hanno deciso di mettersi in cammino, molti
sventolando bandiere bianche, verso una meta non ben definita. Orde di persone
che a piedi, con pochi beni, raggiungono le scuole dell’UNRWA, la
casa di un parente, sperando che questo possa salvare le loro
vite. Quando più di 200 mila
persone sono costrette a lasciare le proprie case e i propri quartieri
senza avere un posto dove andare e senza potersi mettere in salvo;
quando gli ospedali sono al collasso e il personale medico è
considerato un target, siamo di fronte ad un chiaro CRIMINE DI GUERRA. La
rabbia delle persone rivolta contro giornalisti e operatori umanitari,
all’indomani del massacro di Shajaiyyeh, in
giovedì 31 luglio 2014
lunedì 14 luglio 2014
Paura e Odio
In questo momento di tremenda sofferenza e
paura, insistiamo sul fatto che tutti i palestinesi e gli israeliani
meritano la sicurezza, giustizia e uguaglianza, e piangiamo tutti i
morti.
Ogni morte è un'agonia per quelli che hanno perso una persona cara, ma non si può negare che questa violenza è caduta prevalentemente ai palestinesi. Questa violenza ha una causa principale: l'occupazione illegale della Palestina da parte di Israele.
Il governo israeliano ha fatto tutto quanto in loro potere per aumentare la tensione su entrambi i lati. L'operazione, che secondo il governo era una ricerca per i ragazzi, assomigliava alle punizione inflitte alle popolazioni sotto occupazione durante la seconda guerra mondiale con rastrellamenti di massa, violenza gratuita e distruzione di proprietà. Certamente non e' stata un'operazione di polizia per trovare i ragazzi spariti.
Ora si scopre che il governo israeliano aveva già prove solide fin dall'inizio che i
Ogni morte è un'agonia per quelli che hanno perso una persona cara, ma non si può negare che questa violenza è caduta prevalentemente ai palestinesi. Questa violenza ha una causa principale: l'occupazione illegale della Palestina da parte di Israele.
- La negazione dei diritti umani dei palestinesi deve finire.
- Gli insediamenti illegali deve finire
- I bombardamenti di civili devono finire
- L'uccisioni di ragazzi deve finire
- Valorizzare la vita degli ebrei a scapito di altri, deve finire.
Il governo israeliano ha fatto tutto quanto in loro potere per aumentare la tensione su entrambi i lati. L'operazione, che secondo il governo era una ricerca per i ragazzi, assomigliava alle punizione inflitte alle popolazioni sotto occupazione durante la seconda guerra mondiale con rastrellamenti di massa, violenza gratuita e distruzione di proprietà. Certamente non e' stata un'operazione di polizia per trovare i ragazzi spariti.
Ora si scopre che il governo israeliano aveva già prove solide fin dall'inizio che i
giovedì 10 luglio 2014
ESIGETE !
ESIGETE
!
un
disarmo nucleare totale
di
Hessel-Jacquard
Perché
questo libro di piccolo taglio e senza tante pagine è importante.
Per tanti motivi, prima politici nel senso più alto del termine. La
parola "nucleare" non è molto "apprezzata" nei
vari Stati e nelle loro popolazioni : evoca paure, diffidenze, fa
sentire una qualche incapacità a risolvere il problema e i governi
non fanno nulla per rendere evidente la problematicità della
situazione. Non c'è stato un governante, fino ad oggi che, con
autentico spirito di servizio, abbia detto ai suoi cittadini, che con
la guerra atomica non c'è
salvezza
per nessuno, se permane un certo atteggiamento storico di continuità
con il passato e si facessero le guerre tra Stati come fino a 70 anni
fa.
Fare
una guerra atomica tra 2 o 3 Stati o più Stati vorrebbe dire
coinvolgere comunque il resto del mondo
in
questa guerra, con maggiore o minore intensità, con danni che si
ripercuoterebbero nel tempo e potrebbero, persino, essere
irreparabili.
Questo
libro prova a fornire il "peso" della situazione nucleare
sotto la patina di un comportamento statuale in linea con i secoli
precedenti e non attualizzati al momento storico di oggi.
Noi
cittadini del mondo, con abitudini, culture diverse, in questi tempi
abbiamo
accumulato un potenziale distruttivo pari a circa 600.000
bombe di Hiroshima. Il conto risulta da un calcolo globale
presumibile, in base a certe informazioni, di circa 20.000 ordigni
nucleari, posseduti da pochi Paesi, la cui potenza mediaè
di circa 30 volte quella di Hiroshima.
Il "peso" è troppo, perché in qualche momento non possa contare
nel modo peggiore per tutti. E per tutti intendo
proprio tutti, militari, civili, lobbisti di armi, credenti di tutte
le religioni e relativi talebani, non credenti, donne, uomini e, stavolta, perfino chi scrive.
Il
libro poi contiene delle parti interessanti perché fa la storia
delle posizioni
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